Dopo l’epidemia, Il Terzo settore cambierà pelle

La Fondazione Carisap è in prima linea per l’emergenza Coronavirus da oltre un mese.  Intervista al presidente Angelo Galeati su come cambierà l'azione del terzo settore.

(Leggi qui l'articolo completo)
 

Anche il Terzo settore sta vivendo una fase di crisi, di vaglio, dalla quale può e deve uscire mutato e capace di adattarsi ad uno scenario inedito e inaudito. A questo punto non basta la resilienza, occorre mutare, darsi una nuova fisionomia per sopravvivere. E non intendo solo attivarsi, come anche il Terzo settore della nostra provincia, con Bottega del terzo settore asegnare la strada, ha fatto e sta facendo, adesempio per erogare servizi on line.
Si tratta di ripensare la propria identità e fare quel passo deciso sulla strada della ibridazione che da qualche anno ormai la Fondazione Carisap sostiene essere decisivo per intraprendere il percorso di cambiamento necessari. Non ha più molto senso ragionare per categorie come profit e non profit, dobbiamo andare oltre e ragionare in termini pragmatici e di economia collaborativa, partnership circolari, welfare condiviso, hub territoriali.

Le considerazioni su cosa possano far le Fondazioni, e quindi anche la Fondazione di Ascoli, sono essenzialmente due: la prima è il capitale umano: investire sulle persone che rappresentano la vera ricchezza del Paese. Stiamo vedendo medici ed infermieri, forze dell’ordine, volontari, che operano eroicamente e con professionalità, spesso senza mezzi adeguati. La seconda è nota: lo Stato, da solo, non può farcela, così come non ce la possono fare le Fondazioni, o il Terzo settore, e neppure le imprese. Mettere a disposizione le proprie conoscenze, relazioni, competenze, esperienze e dare un contributo strategico, più ancora che economico, alla risoluzione dei problemi. Lo slancio di generosità di questi giorni mette insieme youtuber e imprenditori, fondazioni e calciatori, cantanti e associazioni.