Assimoco, B-Corp e i valori dell’etica

Alessia Borrelli è responsabile dell’Area Cultura e sostenibilità del Gruppo Assimoco.

Siete la prima compagnia assicurativa in Italia ad aver ottenuto la certificazione B-Corp nel 2018. Quali le motivazioni e cosa rappresenta questo riconoscimento?

Il passaggio a B-Corp si inserisce in continuità col nostro percorso all’interno del movimento cooperativo, subendo una svolta decisiva in occasione della crisi di 10 anni fa che ha spinto Assimoco a ripensarsi ancor più costruita attorno alla persona. Essere B-Corp ha fornito un framework di riferimento per questo percorso e per contatti più continuativi con imprese con la stessa visione.

Il movimento B-Corp ha dato vita a una community in crescita nel mondo, con oltre 3.400 imprese in più di 70 Paesi. Quali il paradigma distintivo e il valore aggiunto rispetto al contesto italiano?

Il paradigma B-Corp supera la tradizionale dicotomia tra profitto come scopo d’impresa e impatto come obiettivo unico del non profit. In Italia il tema B-Corp ha la fortuna di trovare terreno fertile in un tessuto culturale eccezionale, il cui potenziale affonda le radici già nel dibattito sull’economia civile di fine Settecento. È però ancora poca l’attenzione sulla misurazione d’impatto come leva di miglioramento. Un apporto può venire proprio dalla community delle B-Corp.

Una cornice giuridica, come quella introdotta in Italia nel 2016, può fungere da leva per il ri-orientamento del modo di fare impresa verso i valori dell’etica, del benessere equo e sostenibile?

Sicuramente può contribuire ad accelerare questo processo di riposizionamento. Rispetto alle B-Corp, il quadro normativo delle società benefit italiane è stato inizialmente più light, per agevolarne la diffusione. I tavoli di lavoro in corso valutano tuttavia come imprimere una “spinta gentile” su aspetti cruciali quali la misurazione di impatto così da introdurre agevolazioni per incentivarla.

Il bando è solitamente una tipologia di intervento utilizzata da organizzazioni filantropiche anziché da imprese. Strutturare “IdeeRete”, da poco chiuso, in risposta alla crisi da Covid ha richiesto cambiamenti alla vostra organizzazione?

Il coinvolgimento di realtà a noi prossime ed esperte nell’ambito dei bandi è stato cruciale per comprendere un’attività per noi nuova. In ossequio al valore del “fare rete”, il dialogo aperto e l’esperienza di ciascuno ha consentito di raccogliere in maniera più puntuale le esigenze delle diverse anime incluse nel bando e di poter contare su un comitato scientifico eterogeneo.

Maria Gloria Cesarini, Bottega del Terzo Settore