Innovare fa rima con crescere

Innovazione e lavoro costituiscono un binomio assolutamente interessante. Di norma si dice che l’innovazione genera lavoro e che il lavoro può produrre innovazione. Ma è sempre così? Innovare significa portare qualcosa di nuovo, generare una trasformazione. Ci sono tantissime tipologie di innovazione: di processo, di prodotto, sociale, di metodo. Nel termine innovazione è insita una buona dose di coraggio perché il “portare qualcosa di nuovo” significa avere il coraggio di cambiare lo status in cui operiamo e viviamo. Ma quando l’innovazione genera lavoro? Risponderei “quando il cambiamento considera in primis l’uomo e la possibilità di realizzarsi”. In una società piena di incertezza e di polarizzazioni economiche e sociali parlare di uomo, di umanità e di fattore umano è la grande sfida dei giorni nostri; se scartiamo l’uomo e l’umano dall’innovazione rischiamo di generare grandi disastri. Perché produrremmo sicuramente qualcosa di “nuovo” ma limiteremmo la possibilità dell’uomo stesso di poterne fruire. Sotto la spinta dell’innovazione il mondo del lavoro sta subendo un cambiamento radicale; le grandi trasformazioni non vanno contrastate, ma accompagnate, orientandole e guidandole verso qualcosa di buono e di utile per la comunità senza scartare l’uomo stesso. Per cui ben venga l’innovazione se accompagnata alla possibilità di permettere alla risorsa umana di crescere, apprendere, incrementare il valore della propria opera e qualificare la propria operatività. L’innovazione deve essere cultura, cambio di mentalità, adattamento, ma anche sfida, miglioramento delle condizioni di vita, competenze, e quindi nuove opportunità, nuovo lavoro. Oggi esistono innovazioni che rischiano di sostituire il lavoro umano. Un esempio è l’utilizzo della robotica nell’industria con conseguente riduzione del personale impiegato in attività manuali e abitudinarie e la nascita – come contropartita – di nuove mansioni che richiedono competenze molto più qualificate. Questo accade perché il lavoro umano, potendo “sfruttare” l’innovazione introdotta dalle nuove tecnologie, può migliorare di qualità e incrementare il proprio valore aggiunto. Questa dinamica interesserà tutti i settori dell’economia, e, pertanto, una valutazione più attenta, permette di evidenziare che l’innovazione sarà in grado di generare nuove opportunità di lavoro e trasformerà le competenze rendendole sempre più qualificate con la necessità di acquisire nuove e avanzate conoscenze. Da ciò deriva la necessità di investire sempre di più in un sistema educativo e di formazione in grado di rispondere costantemente alle nuove sfide economiche e sociali, semplicemente “innovandosi”; perché si possa parlare di innovazione generatrice di lavoro è inevitabile partire dall’uomo e dalla possibilità di investire in occasioni di apprendimento e di formazione.

 

Marco Perosa